Una delle parole più strane del vocabolario italiano è mentecatto. Ma sai che cosa significa e qual è la sua origine?
Qualche si sente pronunciare la parola mentecatto, per indicare una persona che ha perso la sanità mentale. Che è pazza in sostanza. Una parola del genere, però, ha valore dispregiativo nei confronti dell’individuo in oggetto, ed è usata raramente – anche perché si preferisce utilizzare “pazzo”. Ma che cosa c’è dietro questo termine, e qual è la sua etimologia? Scopriamolo insieme!
- Origine: dal latino;
- Quando viene usato: per indicare persone non sane di mente;
- Lingua: italiano;
- Diffusione: Italia.
La definizione di mentecatto ed etimologia
Come già accennato, un mentecatto è una persona pazza o inferma di mente. Il termine deriva dal latino mente captus, e cioè preso nella mente.
Oggi però il suo senso è cambiato, in quanto questa parola si utilizza come sinonimo di stupido, scemo, ecc., come se fosse un titolo di disprezzo a una persona.
In latino, mente captus, che veniva usato dagli Antichi Romani, significa una persona limitata, quindi che è limitata ad agire per la sua infermità mentale.
Un sinonimo di mente captus, sempre usato da Romani, è furiosus e cioè pazzo. Da questa espressione è nata la parola italiano che noi tutti conosciamo, anche se non usiamo così spesso e con il significato che intendevano i nostri antenati.
Esempi d’uso
Si usa la parola mentecatto con un’accezione dispregiativa (come anche nerd, anche se è un altro caso) , come già detto. Ecco alcuni esempi di frase in cui può essere usata questa parola:
“Quel tipo lì è un mentecatto: non ha proprio cervello“.
“Una parola che è simile a pazzo è mentecatto, e ha un significato decisamente particolare“.
Anche Boccaccio ha usato questa parola in una delle sue opere:
“io credo che gran noia sia a una bella e dilicata donna, come voi siete, aver per marito un mentecatto“.